Il presepe a scuola non rappresenta
semplicemente la celebrazione di una ricorrenza religiosa, ma la valorizzazione
di un simbolo della tradizione religiosa e della pietà popolare che appartiene
al patrimonio culturale e artistico del popolo italiano. Questo avviene da
circa 800 anni, forse Il Dirigente scolastico di questa scuola in provincia di
Bergamo non conosce questa parte della storia italiana. La scuola è chiamata a
valorizzare il patrimonio storico, culturale, artistico, sociale e politico del
nostro popolo, perché tutto educa e contribuisce alla formazione e alla
crescita della persona umana. Il presepe, il crocifisso e quanto di cristiano
c’è nella nostra nazione piaccia o no, a questo signore dirigente di una scuola
pubblica, appartiene per tradizione e per legge al patrimonio culturale del
popolo italiano, quindi, contribuisce alla formazione della nostra identità d’italiani.
Di conseguenza, va vissuto, studiato e valorizzato in tutte le sue forme e
manifestazioni, così come ogni altro elemento della nostra cultura italiana ed
europea. Evidentemente questo signore non si sente italiano come ci sentiamo
italiani noi tutti, credenti e non, così come si sentiva italiano Benedetto Croce
che da laico soleva dire che: “come italiani non possiamo non sentirci anche
cristiani”. A questo Dirigente mi sento di dire di non sentirsi cristiano ma
almeno italiano e come dirigente di una scuola pubblica italiana ha il dovere
di garantire che questa scuola della Repubblica sia di “tutti e di ciascuno”.
La scuola italiana è laica perché aperta, accogliente e inclusiva, dove si
predilige la promozione della Cultura, nella fattispecie quella dell’identità
del popolo italiano e in questo patrimonio ci rientra anche la tradizione
cristiana-cattolica in tutte le sue manifestazioni. A me pare che questo
dirigente per un momento abbia dimenticato di dirigere una scuola pubblica,
laica e italiana, frequentata da stranieri ma anche da italiani! Se poi
volessimo entrare nel merito non del valore religioso, ma di quello culturale,
artistico ed etico-morale che possiede il presepe dovremmo affermare che:
-
Il
presepe dal punto di vista etico-morale, vuole rappresentare il mistero della
pace cosmica e l’esaltazione di una povertà che si fa storia, condivisione,
solidarietà e fratellanza, introducendo gli uomini a una vita fatta di
essenzialità;
-
Dal
punto di vista artistico, rappresenta l’esaltazione della creatività di un’arte
povera ma allo stesso tempo carica di un’identità storica, di una storia che è
fatta anche della gente comune, quei beati prediletti dal Dio cristiano.
-
Dal
punto di vista culturale ci identifica come popolo, nel presepe ci siamo tutti,
c’è il popolo italiano fatto di gente comune, dedita al proprio lavoro ma anche
sensibile ai bisogni di chi è meno fortunato.
Il presepe è italiano, con uno stile
di vita e un’identità tutta italiana che i francescani hanno esportato in tutto
il mondo. Nel presepe c’è l’identità di un popolo fatto di lavoratori,
artigiani, contadini, pastori, sensibili di fronte alla povertà, fieri della
propria identità. Nel presepe c’è il popolo italiano nella sua tradizione
culturale che è anche religiosa, cristiana e cattolica. Il presepe e le altre
manifestazioni culturali fatte a scuola hanno un elevato potenziale educativo, contribuiscono
alla crescita culturale e formativa degli alunni, introducendoli nella vita
ordinaria, dove nella quotidianità fatta di gesti concreti si rinnova la
bellezza delle relazioni significative tra le persone.
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